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Pianificazione successoria

Tutti noi che sappiamo che i tempi dei processi in Italia sono interminabili, addirittura il report 2018 pubblicato dalla Commissione Giustizia (https://ec.europa.eu/info/sites/info/files/justice_scoreboard_2018_en.pdf), colloca il nostro Paese tra gli ultimi posti dell’Unione europea per l’efficienza e l’indipendenza della giustizia.

Tra le cause più lunghe troviamo senza dubbio quelle in materia successoria, dove di media sono necessari 7 anni per una sentenza di primo grado. Diversi sono i disagi che ne possono derivare, sia di natura personale, si pensi all’ipotesi di fratelli, cresciuti insieme, che sono pronti a farsi una guerra legale di molti anni al fine di ottenere una diversa divisione ereditaria, sia di natura patrimoniale.

Le attese più lunghe per un procedimento civile non solo comportano un aumento delle spese processuali, ma anche una diminuzione del patrimonio ereditario, per esempio qualora il bene ereditato fosse un’azienda, il rischio è che il contrasto tra gli eredi finisca per azzerarne il valore prima ancora che si arrivi ad una sentenza.

Al fine di prevenire queste spiacevoli situazioni, è di fondamentale importanza rivolgersi ad un esperto per la pianificazione successoria e la gestione del proprio patrimonio. Diverse sono infatti le soluzioni che possono essere adottate per affrontare nel modo più vantaggioso il passaggio generazionale preservando il denaro familiare da eventuali rischi e, contestualmente, puntando a beneficiare di una corretta ottimizzazione fiscale.

Soprattutto sotto quest’ultimo aspetto, si deve evidenziare che l’Italia si trova nell’ultima posizione della classifica delle aliquote massime applicate nella successione. Questa “anomalia” sembra però essere destinata a durare ancora per poco, per tale ragione oggi più che mai è necessario procedere a detta pianificazione.

Quali sono gli strumenti di pianificazione successoria?

I principali strumenti di pianificazione successoria e protezione patrimoniale sono:

Il testamento

L’art. 587 del codice civile stabilisce che: “Il testamento è un atto revocabile con il quale taluno dispone, per il tempo in cui avrà cessato di vivere, di tutte le proprie sostanze o di parte di esse”. In altre parole, fare testamento significa disporre dei beni per il tempo in cui la propria vita sarà cessata.

Il testamento rappresenta solo una delle possibili soluzioni per poter stabilire a chi andranno le proprie ricchezze dopo la morte, inoltre questo presenta dei limiti intrinseci. In particolare, qualora il testatore dovesse avere familiari prossimi (es. coniuge o discendenti), la sua libertà di disporre dei propri beni non sarà assoluta, dovendo egli attenersi alle regole legali relative alla ripartizione delle quote ereditarie.

Altro elemento che deve essere preso in considerazione, soprattutto nel caso di patrimoni di notevoli dimensioni, è anche il fatto che le varie tipologie di imposte che dovranno essere pagate (imposte ipocatastali, di registro, di successione o patrimoniale) potrebbero essere molto onerose. Inoltre il testamento non è da solo sufficiente a scongiurare il rischio di possibili controversie tra i chiamati all’eredità, potendo questo essere impugnato e dare vita ad un processo lungo e dispendioso.

Le donazioni

La donazione è il contratto con il quale, per spirito di liberalità, una persona arricchisce l’altra, disponendo a suo favore di un suo diritto o assumendo verso la stessa un’obbligazione.

Gli elementi essenziali della donazione sono due:

  • lo spirito di liberalità;
  • l’arricchimento del donatario.

La donazione richiede sempre un atto pubblico sottoscritto davanti ad un notaio, sia per beni mobili che per beni immobili e sempre alla presenza di almeno 2 testimoni. La donazione è molto utile per regolare anticipatamente la propria successione pianificando una equa distribuzione dei beni.

Attenzione però: dal punto di vista fiscale, il legislatore ha previsto l’applicazione delle medesime aliquote, in particolare:

  • 4%, per i beni devoluti a favore del coniuge e dei parenti in linea retta, con franchigia pari a 1 milione di euro moltiplicato il numero dei beneficiari;
  • 6%, per i beni devoluti a favore dei fratelli e delle sorelle, con franchigia pari a 100 mila euro moltiplicato il numero dei beneficiari;
  • 6%, per i beni devoluti a favore degli altri parenti fino al quarto grado e degli affini in linea retta e degli affini in linea collaterale fino al terzo grado;
  • 8%, per i beni devoluti a favore di altri soggetti;
  • Se il beneficiario è portatore di handicap grave (ai sensi della legge n. 112/2016) nell’imposta di successione e donazione qualsiasi trasferimento di beni sarà esonerato;
  • Nel caso in cui la successione o la donazione riguardi beni immobili, sono dovute anche l’imposta ipotecaria e l’Imposta catastale.

ATTENZIONE: Come si deve calcolare la franchigia oltre la quale devono essere pagate le aliquote del 4% o del 6% per i beni devoluti a favore del coniuge e dei parenti in linea retta, ovvero a favore dei fratelli e delle sorelle?

In un primo momento, al fine di stabilire l’esatto ammontare della franchigia, l’Amministrazione Finanziaria considerava anche gli atti di liberalità avvenuti tra il 2001 ed il 2006 (periodo in cui l’imposta di donazione e successione erano abrogate ed i relativi atti erano pertanto esenti), applicando così l’istituto del cd. coacervo.

Il coacervo è quell’istituto giuridico che richiede il cumulo delle donazioni pregresse non solo per stabilire la capienza del patrimonio del de cuius, ma anche al fine di verificare l’utilizzo o meno della franchigia. In altri termini, si tratta di un meccanismo che richiedeva la riunione fittizia del valore attualizzato delle donazioni fatte in vita (il cd. donatum) con il relictum (ossia l’asse ereditario).

Con due importanti sentenze, n. 24940/2016 e n. 26050/2016, la Corte di Cassazione ha però messo fine a questa pratica e ha stabilito che il coacervo, fu introdotto nel D. Lgs 346/1990 con l’unico obiettivo di contrastare possibili manovre elusive con esclusivo riferimento alle aliquote applicabili. Tuttavia, a seguito del profondo rinnovamento del sistema impositivo segnato dall’entrata in vigore della lettera c), co. 1, dell’art. 69, L. n. 342/2000, l’imposta sulle successioni e donazioni si presenta con un’aliquota fissa in funzione al grado di parentela tra dante causa e avente causa (come da tabella sopra riportata).

Di conseguenza, oggi la riunione del donatum e del relictum non è più necessaria, in quanto non esiste più alcuna aliquota d’imposta da determinare. La Corte di Cassazione con le sentenze n. 24940 del 06/12/2016 e n. 26050 del 16/12/2016 ha così confermato ciò che dottrina e le Commissioni Tributarie, sia provinciali che regionali, continuavano a ribadire, sostenendo che il coacervo delle donazioni ai fini successori non ha più luogo, né ai fini della determinazione delle aliquote (in quanto oggi fisse), né tantomeno ai fini del calcolo della capienza della franchigia.

Le polizze vita

Consiste in una particolare forma di assicurazione che, a fronte del pagamento di un premio, consente all’assicurato di poter provvedere al proprio nucleo familiare in caso di morte., invalidità totale e permanente o perdita di autosufficienza.

Con la sottoscrizione di una polizza vita, l’assicurato ha la facoltà di designare uno o più beneficiari anche al di fuori dell’asse ereditario, ed essa costituisce anche un utile mezzo di tutela e di segregazione del proprio patrimonio, dal momento che entro alcuni limiti queste sono anche impignorabili e insequestrabili.

Queste polizze hanno poi il grande vantaggio fiscale di essere esenti da imposte di successione.

I patti di famiglia

Il patto di famiglia è un contratto previsto dal codice civile con il quale un soggetto titolare diun’impresa, o che detiene alcune quote sociali, trasferisce (in tutto o in parte) l’azienda o le quote societarie a uno o più dei propri figli o nipoti.

In questo modo viene data all’imprenditore la possibilità di passaggio generazionale della propria impresa trasferendo ad uno o più discendenti l’azienda o le quote di partecipazione al capitale della “società di famiglia”, senza che vi possano essere contestazioni in sede di eredità.

Gli strumenti di pianificazione successoria ora analizzati rappresentano solo alcune delle possibili soluzioni che possono essere attuate al fine di gestire al meglio il proprio patrimonio. Al fine di individuare la soluzione più adatta al caso specifico, il passaggio più importante che deve essere effettuato è l’analisi della propria situazione patrimoniale.

Per maggiori informazioni in materia, Vi invitiamo a contattare lo Studio Legale Vizzone, che sarà lieto di fornire la propria attività di consulenza ed assistenza in materia di diritto delle successioni e della pianificazione successoria.

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